di Laura Livraghi
Parlare oggi di visione significa raccontare come ci si immagina il futuro, un futuro che vede la partecipazione di molti e l’incrocio di più punti di vista.
Oggi viviamo in un mondo sempre più disordinato e caotico, caratterizzato da un forte senso di indeterminatezza ma é proprio dalla confusione che bisognerebbe riuscire ad estrapolare un sogno condiviso al quale ambire.
Il leader gioca un ruolo fondamentale nel mettere a fuoco, primo fra tutti, il futuro che si immagina per la sua azienda e i suoi dipendenti. Per definizione la sua figura non ammette lo sfruttamento della propria posizione per dare comandi dall’alto, né tantomeno presuppone che sia onnisciente e che non necessiti di condividere le proprie idee con il resto del team; piuttosto un buon leader ha il compito di ispirare, motivare e guidare coloro che appartengono ai contesti che lui plasma. Il leader quindi prende consapevolezza di ciò che desidera, fa tesoro della sua esperienza, mette insieme quelli che sono i propri valori e inizia a modellare, passo dopo passo, la sua idea di visione.
Subito dopo arriva il momento di giocare con la creatività e l’immaginazione: si prova a rappresentare graficamente l’idea iniziale espressa dal leader; dal pensiero si passa ora ad un’immagine più nitida che evoca ciò a cui il leader ambisce e, attraverso questo tipo di narrazione visiva, la sua comunicazione guadagna maggiore forza.
Per attraversare questi passaggi però, la spinta che nasce da dentro di sé non basta, le proprie competenze non sono più sufficienti e i momenti di successo si alternano a continui periodi di fermo in cui le sfide diventano via via sempre più ardue. Tutto fa parte del suo consolidamento come leader, in un percorso chiaramente non semplice e che lo mette a dura prova tra incertezze, domande e difficoltà. É proprio in queste circostanze che il leader comprende l’importanza determinante delle persone che lo circondano, della necessità di continue influenze e contatti con l’esterno per avere una più chiara visione di sé stesso e degli altri.
La condivisione rappresenta lo step successivo, dove l’immagine originale diventa un’esperienza condivisa alla quale ognuno é chiamato a contribuire, nessuno escluso. Per immaginare futuri possibili la partecipazione di tutti diventa indispensabile, le singole conoscenze si fondono, i diversi punti di vista si incrociano e le idee trovano spazio per diffondersi; ogni persona collabora aggiungendo un elemento rilevante, che a livello individuale simboleggia qualcosa di profondo e che per questo motivo merita di rientrare in un patrimonio collettivo. Immaginando di guardare dall’alto questa visione (che ora é diventata di tutti), essa appare come un puzzle al quale ciascuno contribuisce aggiungendo il proprio tassello per completare il disegno finale.
La partecipazione di molti alla realizzazione di una visione futura e comune, sancisce un passaggio fondamentale: se prima le persone erano passivi spettatori di un mondo che osservavano dall’esterno, ora diventano attori effettivi di uno scenario nel quale sono i veri protagonisti. Si passa così da una dimensione dell’“io” ad un “noi” di grande impatto.
Rendersi conto di questa situazione é necessario per sviluppare un aspetto personale che si sta via via sgretolando: la proattività. Di fronte ad un evento infatti, tendiamo ad essere reattivi, aspettando che accada qualcosa prima di agire e affrontando il cambiamento in maniera passiva; muovendoci in questo modo giochiamo in difesa e lasciamo che le forze esterne prendano decisioni al nostro posto. Uscire dalla propria zona di comfort innesca automaticamente in noi il meccanismo per cui il nostro cervello teme di affrontare ed esplorare nuove situazioni.
Al contrario, l’approccio che dovremmo tutti cercare di accogliere richiama l’attivazione proattiva: ci rende consapevoli che nel nostro cammino ci potremmo trovare davanti a delle novità oppure inciampare in una serie di sfide ma che dovremmo affrontare ogni situazione con flessibilità, determinazione e continue sperimentazioni. Questa mentalità ci permette di trovare modi incisivi e puntuali per affrontare al meglio cosa ci accade, sviluppando un forte senso di collaborazione e rimanendo sempre allineati con i nostri obiettivi e la nostra idea di visione.
“La grandezza di una leadership si fonda su qualcosa di molto primitivo: la capacità di far leva sulle emozioni.” – Daniel Goleman.
Lo step conclusivo implica che si chiarisca insieme come realizzare la visione finale, un lavoro che motiva fortemente le singole persone e le coinvolge in quest’opera di co-creazione. Anche il leader stesso matura attraverso questo processo e fa tesoro di ogni momento per la sua crescita personale e professionale.
Giunti al termine del percorso, potrebbe sembrare che il puzzle sia ora completo ma in realtà non é così: generalmente la cornice di un puzzle prevede che uno dei quattro lati dei tasselli sia dritto, giusto? Ecco, la visione non è un puzzle qualsiasi, anzi: non ha una vera e propria fine perché ognuno, giorno dopo giorno, ha la possibilità di dare il proprio contributo unendo un nuovo tassello; solo sbagliando e riprovando si trova la giusta collocazione dei pezzi che andranno a formare il disegno finale che vediamo sulla scatola, ovvero la missione che muove il leader rispetto al risultato che vorrebbe raggiungere.
Per comprendere al meglio il processo, vi invitiamo a guardare questa rappresentazione grafica realizzata dal nostro collaboratore, Art director e Visual artist Nicola Padovani.